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QUELL’ACCORDO TRA OSPEDALE SACCO E LAVORATORI…

Oggi parliamo della crescente preoccupazione che pare serpeggiare tra alcuni dipendenti di aziende ospedaliere del milanese, in particolare tra i lavoratori del “Sacco”.

La vicenda non è ancora chiara perciò il condizionale è d’obbligo. Pare che la direzione generale dell’azienda Sacco abbia sottoscritto con alcune organizzazioni sindacali di categoria e i componenti dei rappresentanti sindacali unitari, un accordo decentrato con clausole difformi rispetto a quanto contenuto nel Codice Civile e a quanto indicato negli indirizzi regionali in materia di contrattazione colletiva.
L’accordo, che risale all’11 ottobre scorso, prevederebbe una transazione circa la mancata applicazione dell’articolo 40 del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL). L’articolo 40 regola la riconversione economica del fondo destinato ai dipendenti che hanno maturato “scatti d’anzianità”.

Non applicando questo articolo, in sostanza, i dipendenti non avrebbero più diritto a questi scatti d’anzianità.
Ma non è tutto: pare che l’azienda non avrebbe, in questi anni accantonato i fondi per pagare ai dipendenti quanto maturato. Nello specifico, gli operatori professionali, dopo il raggiungimento del 20esimo anno di lavoro, avrebbero diritto ad oltre 600 euro all’anno di “aumento”.

Il punto è che alcune aziende ospedaliere lombarde, da dieci anni a questa parte, avrebbero omesso di accantonare queste quote. Una circostanza che delineerebbe un quadro poco edificante. Infatti, gli accordi menzionati sarebbero una sorta di “gioco al ribasso” sulle tasche dei dipendenti. Nell’accordo tra la direzione del Sacco e le organizzazioni di categoria, a fronte di un credito intorno al milione di
euro, le parti si sarebbero incontrate per una cifra che s’aggira sui 200mila euro.

Se così fosse le norme in materia di contrattazione collettiva sarebbero state violate. Questa l’ampia premessa che introduce l’interrogazione presentata dal Gruppo Italia dei Valori che chiede all’Assessore alla Sanità Bresciani se, in effetti, la situazione è questa e se non ritenga opportuno intervenire (noi riteniamo di sì) per scongiurare che l’accordo sottoscritto produca gli effetti temuti, ovvero uno sgradito “sconto” effettuato sulla pelle, anzi meglio sulle tasche, dei lavoratori.

CATEGORIE: ATTIVITA' PRODUTTIVE E LAVORO, SANITA' E ASSISTENZA

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VIII LEGISLATURA