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CASO “SCOTTI”, PIU’ ATTENZIONE AGLI SCARTI INDUSTRIALI

Dottor Scotti… occhio a cosa bolle in pentola e, soprattutto, a cosa brucia! Oggi parliamo del caso della celebre industria alimentare italiana resa celebre dagli spot interpretati dall’omonimo presentatore televisivo.

Nei giorni scorsi, su diversi quotidiani, è apparsa la notizia del sequestro dell’impianto della “Riso Scotti Energia” alle porte di Pavia, un’azienda costituita per produrre energia pulita dagli scarti di produzione del riso e da fonti rinnovabili (fonti: la Repubblica Milano.it; Corriere della Sera.it; la Provincia pavese del 17 novembre 2010).

Dalle indagini sarebbe emerso che nell’inceneritore dell’azienda (destinato allo smaltimento della lolla del riso, un sottoprodotto della lavorazione industriale) sarebbero finiti materiali diversi da quelli autorizzati, con concentrazioni di inquinanti superiori ai limiti consentiti dalla legge, a causa della falsificazione dei certificati d’analisi, rilasciati da compiacenti laboratori di analisi chimiche.

E non è tutto: la centralina di rilevamento dell’impianto delle emissioni in atmosfera, presente nell’impianto, non avrebbe funzionato a dovere secondo il Corpo Forestale. Resta quindi da accertare anche il livello di inquinanti emesso nell’aria.

Una questione sulla quale è bene vederci chiaro. Per questo noi del Gruppo Italia dei Valori abbiamo presentato un’interrogazione (con risposta scritta) all’Assessore regionale all’ambiente Marcello Raimondi. Vogliamo capire quali e quanti controlli siano stati effettuati per monitorare l’impianto di smaltimento.

E poi ancora come intende muoversi adesso la Regione per evitare il ripetersi di episodi simili? Poche, semplici domande alle quali l’Assessore dovrà presto rispondere. Vi terremo aggioranti.

CATEGORIE: AMBIENTE

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